La musicologa
Le fonti: la Passione dal 1724
Sono una studentessa di musicologia, sono innamorata della musica e mi affascina interrogarmi sul perché e sul “come” della musica; sui processi della sua creazione ed esecuzione; su come questa si tramandi, si trasmetta e si viva…
Ammetto, però, che talora tutto questo sia davvero faticoso: per esempio adesso sto studiando la Passione secondo Giovanni di Bach. L’argomento mi appassiona e Bach è certamente uno dei miei autori preferiti, ma perché questo benedetto uomo ha voluto rimettere mano così tante volte a questa Passione? Pare che Bach ci abbia lavorato per un sacco di anni…
La prima versione è del 1724, e oggi è conservata alla Biblioteca di Stato di Berlino e consultabile sulla grande piattaforma online Bach Digital (D-B Mus.ms. Bach St. 111, Fascicolo 1).
Di questa versione, si sono conservate però soltanto le parti delle voci di ripieno (del coro) e le parti di raddoppio degli archi. É così emozionante riconoscere l’incipit del primo corale Herr, unser Herrscher, e pensare che proprio da questa parte hanno letto gli studenti della Thomasschule per la prima esecuzione della Passione, presentata da Bach all’assemblea della Nikolaikirche, la Chiesa di S. Nicola di Lipsia il Venerdì Santo, 7 Aprile 1724
“Herr, unser Herrscher”, Soprano Ripieno, JP, D-B Mus.ms. Bach St. 111, Fascicolo 1
Già l’anno successivo, il 1725, Bach l’ha ripresa per eseguirla il 30 marzo alla Thomaskirche, e inserì le prime modifiche (D-B Mus.ms. Bach St. 111, Fascicolo 2).
In quel periodo, infatti, stava lavorando sulle Cantate corali, ovvero su quelle cantate costruite sul testo e sulla struttura di singoli corali luterani, e – probabilmente – ritenne opportuno irrobustire anche la Passione dando maggiore attenzione al coro. Da un lato, aggiunse tre arie, una delle quali è stata integrata con un corale (Himmel reiße, poi tagliata). Dall’altra parte, sostituì il coro iniziale e finale, includendo ora i corali figurati O Mensch, bewein (che poi è stato nuovamente staccato dalla Passione secondo Giovanni, e ora apre quella secondo Matteo) e Christe, du Lamm Gottes.
“O Mensch, bewein”, Soprano Concertante, Passio secundum Johannes, D-B Mus.ms. Bach St. 111, Fascicolo 2
Di questa versione il musicologo tedesco Manuel Bärwald ha recentemente curato un nuovo volume della grande Neue Bach Ausgabe, l’edizione critica bachiana.
Quando Bach aveva 47 anni, attorno al 1732, ha deciso di ritornare nuovamente sul suo testo. Questa volta si è concentrato sui testi evangelici, eliminando dal libretto della Passione secondo Giovanni ogni frammento dei Vangeli sinottici di Marco e Matteo, che invece comparivano nella prima versione per ripristinare il racconto molto sobrio e teologico di Giovanni. In questa occasione operò anche altri interventi (soprattutto legati alla strumentazione), ma purtroppo le fonti su questa versione sono davvero lacunose. Pazienza, significherà che potrò studiare un po’ meno!
C’è poi una versione intermedia, in cui Bach si era messo proprio a riscrivere (letteralmente) la Passione ma dopo i primi dieci numeri ha abbandonato il lavoro. Ma il suo interesse per la Passione secondo Giovanni non si è esaurito, ed esiste, una quarta versione datata 1749, di cui ci è persino rimasta la partitura (D-B Mus.ms. Bach P 28)!
In breve, Bach ha passato venticinque anni a tornarci su! E il bello è che alla fine… ha fatto più o meno marcia indietro, riportando il testo e la strumentazione a quelli della seconda versione del 1725.
“Herr, unser Herrscher”, JP, D-B Mus.ms. Bach P 28
Oggi non è semplice non perdersi tra tutte queste fonti, e i musicologi non smettono mai di tornare a studiarle. Raffaele Mellace, il presidente della Società Bachiana Italiana, in un suo recente libro su “La Voce di Bach” ha pubblicato una sinossi delle diverse versioni della Passione che mi sarà utilissima per orientarmi in questo ginepraio!
Raffaele Mellace, La voce di Bach. Passioni, Oratori, Mottetti, Magnificat, Carocci, Roma, 2022, p. 38