Canone
Il canone è una tecnica compositiva polifonica nata intorno al XIII secolo dalla tradizione orale improvvisata. Basato sul concetto di imitazione, tale procedimento contrappuntistico consiste nell’enunciazione della medesima linea melodica da parte di più voci che la attaccano in successione dopo un determinato intervallo di tempo. Il canone può costituire una composizione a sé stante oppure può essere utilizzato all’interno di un brano più ampio. Nella sua forma più semplice, alla proposta melodica di una voce principale (detta anche dux o antecedente) segue una risposta da parte di una o più voci secondarie (chiamate comites o conseguenti) che la imitano.
La melodia della voce che imita può avere inizio dalla stessa nota della voce principale (e in tal caso si parla di canone all’unisono) oppure da una nota differente: a seconda dell’intervallo che viene utilizzato si può parlare di canone alla terza, alla quinta, all’ottava e così via.
Sumer is icumen in, complesso brano scritto da un autore sconosciuto verso la fine del Duecento probabilmente in Inghilterra, è uno degli esempi di canone più antichi di cui si hanno testimonianze.
Tra XV e XVII secolo la tecnica compositiva del canone ebbe una grande fioritura e si sviluppò pienamente, specialmente grazie all’apporto dato dalla Scuola franco-fiamminga, i cui esponenti si cimentarono con questa tecnica componendo dei brani molto complessi e articolati come i canoni enigmatici, in cui il compositore poneva una sorta di indovinello al lettore/esecutore, e solo dopo averlo risolto era possibile comprendere la “chiave d’accesso” per la corretta esecuzione del brano. Troviamo numerosi esempi di canone anche nei secoli successivi, fino ad arrivare alle correnti dell’avanguardia musicale del secolo scorso: ne è un esempio il brano Lux Aeterna (1966) di György Ligeti, in cui le voci in imitazione eseguono figurazioni ritmiche differenti dando luogo a un contesto di micro-polifonia. Data la sua versatilità e la sua efficacia, la tecnica del canone ha trovato largo uso anche in molti repertori di musica leggera e popular: ad esempio nella celebre canzone God Only Knows dei Beach Boys.
Johann Sebastian Bach seppe fare di questa tecnica compositiva un’arte pitagorica: ne è un esempio il canone retrogrado o cancrizzante - in cui la comes inizia dall’ultima nota della dux proseguendo all’indietro, fino ad arrivare alla nota iniziale - situato all’interno dell’Offerta Musicale BWV 1079 (raccolta composta da Bach a partire da un tema proposto dal re di Prussia Federico II, costituita da una fuga a tre voci, una a fuga sei voci, dieci canoni e un trio): esso può essere eseguito in sincrono dalla prima nota all’ultima e viceversa. Questa raccolta è stata composta da Bach a partire da un tema proposto dal re di Prussia Federico II, ed è costituita da una fuga a tre voci, una a fuga sei voci, dieci canoni e infine un trio.
Il maestro di Eisenach si confrontò con la stesura di canoni anche in Verschiedene Canones über die ersten acht Fundamental-Noten vorheriger Arie BWV 1087 (Diversi canoni sulle prime otto note fondamentali dell’aria precedente): una serie di quattordici canoni enigmatici risalenti al 1747 circa. I Verschiedene Canones caddero nell’oblio per oltre due secoli dopo la loro composizioni: essi furono infatti scoperti dal musicologo francese Olivier Alain solo nel 1974 ed eseguiti per la prima volta nel dicembre dello stesso anno. Questo insieme di pezzi fu costruito da Bach a partire dalle prime otto note fondamentali della linea di basso dell’aria posta in apertura delle celebri Variazioni Goldberg BWV 988; il compositore non ha indicato una strumentazione precisa per questi canoni, dunque si possono annoverare tra le sue composizioni astratte, tipiche della sua produzione degli ultimi anni.
Nella sezione centrale della terza parte della Clavier-Übung, una raccolta di composizioni organistiche risalente al 1739, troviamo una serie di ventuno preludi corali BWV 669-689, costruiti sulla base di temi della Messa luterana e del catechismo. Tra questi, vanno menzionati due preludi per organo magnificamente costruiti a canone: Die sind die heilgen zehn Gebot BWV 678, dedicato ai Dieci comandamenti, e Vater unser im Himmelreich BWV 682, sul Padre nostro.
Anche nelle stesse Variazioni Goldberg BWV 988 - quarta ed ultima parte della Clavier-Übung, formata da un’Aria iniziale (che compare a inizio e fine raccolta) e trenta variazioni - Bach si confrontò con la composizione di canoni: ogni tre variazioni troviamo infatti un canone, in cui l’intervallo tra antecedente e conseguente cresce progressivamente all’avanzare delle variazioni (la var. 3 è un canone all’unisono, la var. 6 è un canone alla seconda, la var. 9 è un canone alla terza, e così via). Tale complessità strutturale è una delle caratteristiche che rendono le Golberg una delle più alte vette della letteratura tastieristica di tutti i tempi.
Un altro illustre esempio di brano costruito a canone è il Confiteor della Messa in Si minore BWV 232: la struttura del brano è quella di una fuga doppia, su cui viene costruito un canone - fra le voci di Basso e Alto - dell'incipit della melodia gregoriana del Credo, che verrà successivamente ripresa a valori larghi dalla voce di tenore.