Invenzioni
Bach utilizzava il termine nella declinazione latina, inventio, la cui moderna traduzione italiana è in parte limitante: non si intendeva semplicemente la creazione, bensì anche l’elaborazione di un pensiero musicale, come parte di un articolato processo mentale.
Il percorso didattico predisposto da Bach per i suoi allievi è andato purtroppo in buona parte perduto. Ne sono comunque rimaste alcune tracce: brevi testi diretti, come la nota Guida Veridica, ed alcune testimonianze documentarie secondarie, riportate in parte da Forkel nella sua biografia del 1802.
Alla base vi sta la definizione di un’idea (altro sinonimo bachiano di inventio), derivante in modo naturale da una griglia di partenza. Questa idea è fondamentale per definire al meglio i caratteri della composizione stessa: l’affetto, il suo colore, la relativa tonalità. Ad essa segue l’invenzione melodica, la pulsazione ritmica e metrica, il contesto armonico ed il tessuto contrappuntistico. Quindi si giunge a definire la cornice formale della composizione: se d’origine strumentale, o vocale, o persino coreutica. Ed infine, ma solo alla fine, ci si occupa dell’aspetto esecutivo propriamente detto, quello che oggi riteniamo invece momento essenziale rispetto ai precedenti.
Di conseguenza, si può affermare che per Bach suonare fosse equivalente a comporre. E la composizione delle invenzioni, a sua volta, è il primo passo per creare un «solido gusto nei confronti della composizione».
Le quindici Invenzioni a due voci BWV 772-786, come le successive Sinfonie a tre voci BWV 787-801, sono documentate da due differenti manoscritti, in parte autografi: il Clavier-Buchlein für Wilhelm Friedmann, ed il cosiddetto “P 610”. Una terza fonte di notevole importanza è rappresentata dal manoscritto “P 219”.
Interessante notare come la parola invenzione sia anch’essa il punto di arrivo di una precedente fase creativa. Infatti, proprio nella già citata raccolta di W. Friedmann, Bach utilizzava il termine, anch’esso latino, di Praembulum, ripreso in alcune varianti alle composizioni del Clavicembalo Ben Temperato.
Massimo Salcito